Non è un giorno qualsiasi, è l'anniversario di un amore... Buon compleanno Sampdoria
Passano gli anni, ma il fascino, la classe, l’eleganza non conoscono le parole prezzo, o tempo. Ogni tifoso, o chiunque abbia avuto la fortuna di sfiorare almeno i colori blucerchiati, ha una storia da raccontare, un emozionante e travolgente colpo di fulmine che gli ha cambiato, ma soprattutto arricchito, completato e migliorato la sua vita.
Il 1 agosto 1946 è nata una società destinata a fare la storia non soltanto di Genova, ma del calcio italiano ed europeo, una maglia unica, un intreccio di colori che riassumono tutto quello che può rappresentare la propria squadra del cuore: passione, sofferenza, allegria, entusiasmo, orgoglio, amore. Ricordo ancora, come se fosse oggi, quando all’età di 5 anni mi avvicinai al mondo del calcio acquistando il mitico album Panini, sfogliando le pagine con attenzione e interesse alla scoperta dei campioni dello sport principe in Italia.
Né genitori, né conoscenti mi hanno “costretto” a seguire una certa squadra, mi sono lasciato trasportare dal cuore, dall’istinto: arrivato alla lettera “S”, ecco spuntare dal nulla un nome originale, una maglia colorata, chissà cosa nascondesse, con fascino e mistero, quella squadra. All’epoca non conoscevo né gli interpreti in campo, né i trascinatori sugli spalti, né dove fosse localizzato il terreno di casa, poco importava, era un segno del destino da prendere al volo, bisognava cogliere l’attimo.
Chi ha qualche anno in più del sottoscritto ha visto dal vivo le gesta di campioni del calibro di Baldini, Bassetto, Skoglund, Cucchiaroni, Ocwirk, Brighenti, più tardi di Francis e Briegel, io ho potuto riviverle tramite documentazioni relative a quelle epoche. Mi sono perso il Presidente Ravano, ho avuto la fortuna di ammirare dal vivo le gesta di Paolo Mantovani, un Presidente indimenticabile e inimitabile, di vivere la Samp d’Oro dei Vialli e Mancini, di divertirmi poi, nel passare degli anni, con i vari Gullit, Chiesa, Montella, Flachi e Cassano, ma il vero tifoso, il vero sampdoriano non si ferma a questo, va oltre.
Il mio amore verso la Sampdoria si è consolidato fortemente negli anni più bui, quando la C1 e il fallimento erano dietro all’angolo e bisognava lottare non con il Barcellona, la Stella Rossa, il Napoli di Maradona, o il Milan di Van Basten, ma con Messina, Ternana, Crotone e Cittadella per non retrocedere. Ero presente il giorno dello scudetto, ma, con orgoglio e senso di responsabilità, ho fatto lo stesso a Salerno nell’estate 2001, quando da festeggiare, per usare un eufemismo col senno di poi, c’era soltanto la permanenza tra i professionisti, a Padova nello scontro salvezza con il Cittadella quando Zivkovic evitò il peggio. Ricordo le lacrime quando il già retrocesso Crotone ci mandò con un piede e mezzo nella fossa, i pianti di gioia invece nel diluvio di Vicenza quando Bernini ci regalò il mantenimento della categoria, la serie B.
In amore vince spesso chi sfugge e non lascia punti di riferimento, nel calcio invece vince sempre chi si fa sempre trovare presente, chi ha la coscienza a posto, chi dà tanto alla causa blucerchiata e riceve altrettanto. La Sampdoria è una ballerina, una regina sotto i riflettori sempre capace di attirare le luci della ribalta, di muoversi nel calcio con stile e dignità, di vincere, divertire, portare il nome di Genova in giro per l’Italia e per l’Europa, scrivere pagine di storia. È una regina al di fuori dei riflettori, in quanto unica, originale, particolare in ogni sfaccettatura, capace di avere nel proprio dna la qualità di fare la notizia anche quando il risultato in campo è sfavorevole e qualcuno prova a non farsi coinvolgere da quel tornado di passione, oscurando mediaticamente una curva meravigliosa.
Oggi come Ieri… Ricopriti di Gloria… Dimostra il tuo valore recitava un lungo striscione della Gradinata Sud trasferitasi all’Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia. La gloria è rimasta indelebile, insita nei nostri colori, in una storia vincente e gloriosa, senza dover essere nata nel secolo precedente, in una geografia europea che ha conosciuto il nostro nome in un’ottantina di circostanze, come testimoniato dallo striscione Orgoglio di Genova…. Perla d’Europa, presente nel nostro settore a Liegi. Il tifoso sampdoriano vince anche a prescindere del risultato scaturito in campo, esce a testa alta, dimostra mentalità ultras e un attaccamento alla maglia spesso commovente, più unico che raro. Quando si cantava nell’Olimpico ormai deserto al termine della partita, nonostante le corde vocali se ne fossero andate e i cuori a pezzi, la Sampdoria e i tifosi erano nuovamente una cosa sola, indissolubile e inseparabile in eterno.
Chiunque siano gli interpreti in campo, dietro le scrivanie, o seduti in panchina, noi tifosi ci saremo sempre al fianco dell’amata Sampdoria, sempre in possesso del fascino, appeal, classe ed eleganza di una ventenne. Avere 63 anni sulle spalle e non sentirli… Auguroni Unione Calcio Sampdoria…..