SAMPDORIA ALE' CAMMINEREMO COM TE - I nuovi interpreti leggono un altro spartito: la musica può cambiare
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Due vittorie consecutive al Ferraris, non le vedevamo da tempo ed è proprio dall’1-0 con il Cosenza e dal risultato speculare con il Modena che partiamo per fare il bilancio sulle prestazioni del centrocampo blucerchiato, che avevamo lasciato dopo il pari ottenuto a Cremona. Cosa è cambiato? Innanzitutto, modulo e interpreti, grazie al mercato di riparazione di gennaio che ha portato volti nuovi che scalpitano per dare un contributo fattivo. Per la verità, non sono arrivati centrocampisti “puri” o il centrocampista qualitativo che ci si aspettava potesse illuminare la via agli attaccanti, ma l’arrivo di Beruatto, impiegato come esterno sinistro nel 3-4-2-1, e quello di Oudin e Sibilli a supporto dell’unico terminale offensivo, forniscono alternative e creano dinamiche di gioco e schemi meno prevedibili.
C’è un dato statistico che rende evidente il cambio di passo: i passaggi totali effettuati dalla Sampdoria con la Carrarese erano stati ben 542, con il Cesena 510, con il Pisa 424. Un possesso palla sterile, che non si traduceva in azioni offensive efficaci. Nelle ultime due partite casalinghe, si è scesi a 278 passaggi con il Cosenza (statistica che in parte può risultare viziata dall’inferiorità numerica per buona parte della gara) e 287 con il Modena. Meno macchinosità, minor ricorso ai passaggi in orizzontale che diventavano quasi obbligatori a fronte del poco movimento degli interpreti, più ricerca della verticalità. Con i canarini si sono riviste delle sovrapposizioni, specie nel primo tempo, dei passaggi di prima e in generale maggiore mobilità, più consapevolezza di quello che l’allenatore richiede. Lampi che fanno ben sperare, pur mantenendo i piedi per terra visto che la classifica è ancora corta e servirebbe quantomeno un’altra vittoria per allontanare la zona calda.
Semplici ha ribadito che per lui non esistono titolari inamovibili e, da quando ha virato con decisione sul 3-4-2-1, non ha mai schierato lo stesso quartetto in mediana nell’undici iniziale. Chi si sta ritagliando un ruolo sempre più preponderante è però Gerard Yepes, che dopo un inizio di stagione stentato, sta ritornando all’intensità e all’agonismo a cui ci aveva abituati. Arcigno e combattivo, ha dato un apporto fondamentale, fatto di sostanza, tackle e lucidità, nelle ultime sortite della Samp. In crescendo anche Beruatto, non ancora al top della condizione, ma ordinato e con potenzialità; mentre chi si è preso la scena travestendosi da bomber con Mantova e Cosenza è Fabio Depaoli, che ha tratto nuova linfa dalla posizione avanzata, dopo un periodo di discontinuità. Bene anche Akinsanmiro, che nella nuova posizione avanzata ha la possibilità di attaccare gli spazi in progressione, senza dimenticare di pressare il portatore di palla in fase passiva.
La nota stonata a centrocampo è stata la pessima prestazione di Vieira nella delicatissima partita con il Cosenza: doppio giallo evitabile, che ha lasciato la Samp in dieci per 70’, in un match chiave per la lotta salvezza. Un blackout che da un giocatore esperto non ci si aspetta e che rischiava di costare molto caro, anche se, paradossalmente, è proprio in dieci che la squadra si è compattata e ha tirato fuori grinta e lucidità per portare a casa un risultato prezioso. Scontata la squalifica, ci auguriamo di ritrovarlo sul pezzo e lucido. Parlando di elementi esperti, segnali positivi arrivano invece da Ricci: nell’ultima partita al Ferraris è stato un metronomo affidabile, diligente e con buona visione di gioco. Aspettiamo, infine, a giudicare Oudin: deve ritrovare brillantezza e condizione, ma sulla carta è un giocatore polivalente (nato ala destra, impiegato poi anche come trequartista), tecnico e con attitudine ad agire tra le linee.
Senza fare voli pindarici (così come non abbiamo fatto catastrofismi prima, ma ci siamo limitati a esprimere preoccupazione per una situazione di classifica e mentale oggettiva), potremmo dire che i nuovi interpreti stanno leggendo uno spartito diverso e che, pur con qualche nota ancora da raggiungere, la musica sta cambiando. Ripartiamo da qui, dal ragionare rapidamente palla al piede senza tuttavia farsi prendere dalla fretta, dal metterci – oltre che la corsa – la mentalità giusta. Quella da serie B, che non vuole il fioretto, ma la spada; difficilmente regala spettacolo, ma esige pragmaticità e concretezza e non richiede solisti ma orchestrali, coesi e compatti verso un unico obiettivo: la vittoria.
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