ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Infortuni, la Sampdoria sta buttando via un campionato. Episodi arbitrali..."
Il momento della Sampdoria, tra campionato e mercato, ed uno sguardo agli scenari che riguardano la tifoseria nell'analisi di Enzo Tirotta, in esclusiva ai microfoni di Sampdorianews.net:
Il match con il Parma è stato fortemente condizionato da un episodio per il quale anche dopo giorni nessuno ha mostrato immagini che evidenziassero un fallo di mano... "Partiamo col botto... Io però credo che ci sia un problema che va oltre il singolo episodio: non è più un episodio solo, è una continuazione dall'anno scorso. Sono diversi i casi anche quest'anno, il rigore a Bolzano, le seconde ammonizioni date con facilità: Benedetti a Venezia meritava il secondo cartellino, ma avendone dato uno tre minuti prima, anche i commentatori hanno detto che si poteva sorvolare. Sono tanti gli episodi che mi fanno pensare che della Samp non abbiano timore o rispetto, che non abbiano attenzione nei confronti della Samp. I fatti dicono questo, al di là che gli arbitri mi sembra che siano davvero sulla graticola perché ormai è opinione comune che non ci sia tanto materiale. E' inutile che l'AIA dica che gli arbitri italiani sono i migliori... in questo momento non so se gli arbitri italiani siano i peggiori, ma sicuramente non possono essere i migliori. Magari ci sono delle punte di diamante, delle eccezioni, ma a livello di categoria mi sembrano proprio scarsi."
La nostra stagione è condizionata anche dai numerosissimi infortuni. Era una situazione prevedibile, avendo giocatori reduci da infortuni pregressi o periodi di scarso impiego, oppure entrano in gioco altri fattori? "E' l'argomento del giorno: gli infortuni e i lungodegenti. Quando c'è una sequenza tale di avvenimenti simili, non può essere un caso. Se sia colpa della preparazione piuttosto che della struttura medica o altro, questo non sono in grado di dirlo, non ne ho la competenza, ma c'è qualche errore da qualche parte. Spero che si stiano facendo delle domande, anzi che se le siano già fatte, e che abbiano iniziato a darsi delle risposte, perché noi dietro agli infortuni stiamo buttando via un campionato. Dopo i primi due mesi in cui la squadra ha giocato in un modo un po' troppo disequilibrato, qualcosa è stato corretto, e siamo diventati una squadra vera, ma non possiamo avere fuori per infortunio -come è successo con il Parma- sette giocatori, di cui sei titolari più Vieira che si era guadagnato il posto con merito. Qualcuno sta sbagliando, sta sbagliando di grosso, e lo sta facendo sulla pelle della Samp. Certo, gli errori si fanno, però poi si correggono. Che siano stati commessi degli errori è palese, spero che li correggano, perché quando si correggono si è nella ragione, se non lo si fa non si è più nella ragione."
Il nostro mercato è condizionato da molte restrizioni. Senza indisponibili cosa ci mancherebbe? "Ritengo che il reparto più indietro rispetto agli altri, una volta che avessimo tutti gli effettivi a disposizione, sarebbe la difesa. Ma non si può davvero dire cosa manca, perché anche avendo una difesa un po' in difficoltà, se ci fosse la squadra al completo soffrirebbe molto meno. Il paradosso è che sicuramente manca qualcosa, ma per assurdo potrebbe anche non mancare niente... Non dico per arrivare primi, ma per fare un buon piazzamento. Poi, i paletti ci sono, lo sappiamo, dobbiamo smettere di fare finta di non ricordarcelo. Non sto dicendo che per tutta la vita potremo dare alibi a questa proprietà, ma sono passati sei mesi da quando ci hanno tirato fuori da quella situazione: eravamo intubati e siamo usciti dalla terapia intensiva sei mesi fa. Sapevamo che ci sarebbero stati dei problemi, abbiamo intuito che ci sono stati ulteriori problemi, perché Radrizzani era il presidente 'in pectore' e poi è sparito, quindi evidentemente c'è qualcosa dietro. Sapevamo che, chiunque fosse arrivato, non sarebbe stato il Principe Azzurro salvatore ma qualcuno che della Samp avrebbe fatto un'occasione di profitto. Non nascondiamoci, la situazione è questa e bisogna tenere duro. Nonostante tutto credo che questa proprietà abbia ancora credito, sempre tenendo presente che non è un problema sbagliare, ma bisogna capire quando si sbaglia e provare a rimediare. Se non si prova a rimediare o non si capisce dove si sbaglia, questo diventa un problema un po' più complesso."
Considerando la nostra situazione nel suo complesso, tra campo ed extra campo, ti saresti aspettato di più da Pirlo? "Vale il discorso fatto per gli altri: inizialmente Pirlo, sono sincero, mi aveva lasciato perplesso, poi quando ha apportato qualche correttivo si è vista una Samp diversa. Poi abbiamo perso nel giro di un mese i quattro-cinque giocatori più importanti che avevamo in squadra. Se in un mese vengono meno i vari Borini, Vieira, Esposito e Kasami, è un disastro. A me sembra di leggere tra le righe che diversi problemi non siano stati muscolari ma tendinei, almeno tre: Pedrola, Vieira e Borini. Due domande bisogna che se le facciano, sia Manfredi che il management sportivo."
Restrizioni, diritti tv, proposte all'estero e caro prezzi. Ogni giorno il sistema del calcio moderno ci "regala" nuove perle contro uno sport più popolare ed accessibile per tutti. Si tratta di una spirale da cui non è possibile uscire? "La cosa che mi preoccupa di più, onestamente, non sono le proposte. Quella di giocare una giornata all'estero mi sembra comunque una cazzata, ma mi preoccupa piuttosto il constatare che il calcio vada avanti un po' a spot, come sta facendo anche la politica da anni. Ogni volta uno si inventa qualcosa ma non c'è niente di strutturato. Si è andati a giocare la Supercoppa in Arabia, ed è stato un flop come pubblico ma si sapeva: all'Arabia Saudita interessa esclusivamente proporsi al mondo come democrazia vicina all'Occidente. Tutto ciò che il calcio ha ricavato è stato uno spot negativo, hanno guadagnato soldi soltanto le squadre che sono andate là, soprattutto la prima e la seconda. Se il presidente della Lega Calcio mi dicesse che con il ricavato di questa 'trasferta' in Arabia abbiamo costruito cento campi da calcio in Sicilia, o in Friuli, direi che è stato un bene: abbiamo fatto mercimonio del calcio ma abbiamo procurato un beneficio alla base del movimento. Invece no, con quei soldi pagheranno a malapena i procuratori, non c'è mai nulla che sia improntato a un progresso strutturale. Si va a spot, oggi guadagno da qui, domani guadagno da là. Ma cosa rimane? Alla fine, di questa settimana araba, cosa rimane al calcio? Niente! E' questo che mi spaventa. Perciò poi arrivi in posti dove l'ordine pubblico è lasciato a quattro sciamannati come a Venezia, o Brescia, con la gente ferma per un'ora sugli autobus che devono riportarti al piazzale, o su un battello, duemila persone 'filtrate' una a una per salire sui battelli... E' tutto improvvisato, il calcio è tutto improvvisato. Non meravigliamoci dei prezzi alti, o di altre situazioni: tutto il calcio è in mano a degli incompetenti, e la gestione dei tifosi applicata al calcio è in mano a incompetenti. L'Osservatorio che dice sì a questi e no a quelli, quelli di Sestri Levante non possono entrare, quelli di Marinella sì... è follia. E infatti, in un mondo così, chi si avvicina? I peggiori, e noi ne abbiamo avuto la testimonianza qui per nove anni. I peggiori personaggi che ci sono in giro hanno libertà di accesso al calcio".
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