SAMPDORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Ma quale centrocampo? Impalpabile

SAMPDORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Ma quale centrocampo? ImpalpabileTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
mercoledì 9 aprile 2025, 09:54Una Regina sotto i Riflettori
di Serena Timossi
Rubrica d'approfondimento sul centrocampo della Sampdoria

A sei partite dalla fine di quello che più che un campionato si è trasformato in un incubo senza fine, ci troviamo con una cupa certezza: uno degli errori più gravi a livello dirigenziale è stato non dare la giusta importanza alla mancanza di un centrocampista di qualità, dotato di visione di gioco e capacità di rifornire l'attacco. Durante il mercato di riparazione di gennaio, si è intervenuti – giustamente – per cercare di puntellare la difesa e portare forze fresche davanti, anche alla luce dell'infortunio di Tutino, ma il centrocampista “puro”, conoscitore della categoria e magari dotato della personalità per caricarsi sulle spalle il peso del reparto, non è stato individuato o, forse, nemmeno cercato.

Un errore di valutazione che si è tradotto in una sequenza di sconfitte o al massimo pareggi opachi che ha portato lo score di Semplici a essere il peggiore tra quello dei suoi predecessori, che pure non detenevano statistiche invidiabili. Se all'inizio avevamo accolto con ottimismo l'arrivo di un allenatore con esperienza in cadetteria e con la fama di essere bravo ad agire a livello mentale sulla squadra, purtroppo a distanza di mesi dobbiamo ricrederci. Scrivere questa rubrica è doloroso, ma l'oggettività dei fatti è che il tecnico ha cambiato molto in mediana non perché “tutti fossero potenziali titolari”, bensì perché non ha mai trovato la quadra. Il centrocampo blucerchiato è impalpabile, il vero punto debole di una rosa che al di là delle lacune ha comunque reso meno del previsto, deludendo le aspettative.

Prendiamo le ultime due sconfitte della Sampdoria, quella bruciante casalinga col Frosinone e quella, più prevedibile classifica alla mano, subita con lo Spezia domenica scorsa. Nello 0-3 col Frosinone, l'undici iniziale vedeva un quartetto di centrocampo formato da Depaoli, Ricci, Yepes e Beruatto, con Oudin e Sibilli sulla trequarti, alle spalle di Coda (schierato titolare per via della squalifica di Vieira). Con lo Spezia, in mediana ci siamo ritrovati di fronte a uno schieramento inedito composto da Beruatto e Yepes, unici superstiti rispetto al centrocampo di otto giorni prima, con l'inserimento di Vieira al posto di Ricci e di Riccio, un centrale difensivo, sulla fascia destra.

Akinsanmiro è subentrato nella ripresa in entrambe le gare, Meulensten è precipitato agli ultimi posti nelle gerarchie, Depaoli spostato esterno d'attacco nella speranza replicasse l'exploit col Mantova, quando si era reso protagonista di una doppietta (con la Samp rimontata 2-2), senza tenere conto del fatto che non si tratta del suo ruolo. L'infortunato Bellemo è forse, tra le soluzioni provate da Semplici in mediana, quello che ha portato maggiore equilibrio, seppur non brillando, ma personalmente continuo ad avere remore sul modulo. Il 3-4-2-1 non si è rivelato un assetto equilibrato e ha fatto sì che la Samp si presentasse, anche nelle gare in cui avrebbe dovuto tentare di imporre il proprio gioco, con un atteggiamento più rinunciatario che prudente. Anche perché, se lo scopo era pungere in contropiede, le idee su come distendersi non sono mai state sviluppate a dovere e tutto è sembrato risolversi in lanci lunghi per il solo Niang a fare sportellate con la difesa; sovrapposizioni inesistenti, schemi non pervenuti. Troppo poco per pretendere di segnare, figurarsi per salvarsi. Il cambio in panchina a questo punto era l'unica strada sensata per non lasciare nulla di intentato, perché la Sampdoria in serie C sarebbe un'onta su una storia gloriosa e un insulto a una tifoseria sempre presente, palpitante, calorosa e paziente.

Restano sei partite da giocare col coltello tra i denti, ma soprattutto sei gare da disputare tenendo bene a mente una sola parola d'ordine: dignità. Almeno quella ce la meritiamo, qualunque sia il finale. In bocca al lupo al nuovo marinaio al timone, dunque, dobbiamo ritrovare la rotta per riportare il vascello blucerchiato in acque sicure. Remiamo insieme, guardiamo avanti.