IL SAMPDORIANO - ... con il secchiello a svuotare il mare...
Tanti amici e conoscenti mi invidiano per il fatto di essere riuscito ad assistere allo stadio alla cavalcata scudetto e a buona parte delle coppe alzate in cielo dalla Sampdoria. Buona parte di loro, più o meno miei coetanei, dovevano ancora nascere o erano troppo piccoli per avere ricordi. Da quando seguo la Sampdoria sto per assistere alla terza retrocessione, tante, troppe.
Ognuna mi ha lasciato una ferita indelebile, questa è meno clamorosa per tutto il dramma societario che ci ha colpito, ma al tempo stesso può far vivere alla giornata non sapendo fin dove scaveranno per toccare il peggio, come quando nel 2002 si era ad un passo dalla serie C1 e dal fallimento. Uno scenario spazzato via da Garrone, Riccardo, che scoprì per tempo la truffa del finto sceicco e scese in campo in prima persona per ridarci un presente e un futuro.
Questa discesa ha radici profonde e lontane, è il risultato di un lungo calvario dall'esito facilmente prevedibile, abbiamo cercato di allontanarlo in ogni modo in questi anni. Brucia come un inferno anche se mentalmente avevamo iniziato a prepararci da tempo. Sugli spalti siamo tornati un'identità unica e compatta, la squadra ha ricevuto un sostegno incondizionato e commovente.
Sì, sono incazzato, amareggiato e disorientato, ma altrettanto orgoglioso di essere Sampdoriano, di aver scelto quei colori quando a cinque anni rimasi incantato ad ammirarli per la prima volta sfogliando l'album Panini. Non conoscevo la bacheca di quella squadra, non sapevo in quale città giocasse e in quale categoria militasse. Mi ha conquistato al primo sguardo, un colpo di fulmine, tutto il resto fu una conoscenza quotidiana.
Anche contro la Cremonese la Gradinata Sud mi ha lasciato estasiato, semplicemente senza parole. Non è una novità, eppure riesce sempre ad andare oltre, a raggiungere livelli di bellezza, calore ed entusiasmo lontani anni luce dal calcio moderno, come se il tempo si fosse fermato ai tempi dei nostri papà. Se chiunque da qualsiasi parte del mondo fosse atterrato al Ferraris, avrebbe pensato di assistere ad uno spareggio europeo dinanzi ad una coreografia simile, invece in teoria era una sfida con in palio le residuali chance salvezza, alla fine dei conti solo un duello per evitare l'ultimo posto in classifica.
Se quella Gradinata è la Gradinata Sud è merito di tutti coloro che nella storia blucerchiata hanno dedicato tempo, sentimento, passione, emozioni e sacrifici alla Sampdoria, a coloro che non ci sono più e hanno lasciato i loro insegnamenti alle successive generazioni. La Gradinata Sud è composta da Sampdoriani, da Donne e Uomini con le loro storie, le loro vite, i loro caratteri, le loro esperienze. Al triplice fischio finale il mio cuore ha pianto, qualche secondo dopo l'orgoglio ha preso il sopravvento. Siamo Sampdoriani, ognuno di noi non è solo, siamo in tanti.
Da tempo stiamo costretti ad affrontare un mare pieno di rifiuti, parassiti, serpenti, sciacalli e greggio. Ognuno di noi è lì con il secchiello a svuotarlo, riusciremo a ripulirlo. Avanti Marinai.