IL SAMPDORIANO: Le palle e chi guarda cosa vuole. Sei punti vitali
Sei punti pesantissimi per riprendere ossigeno, rivedere la luce in fondo al tunnel dopo quasi due mesi senza vittorie e la delusione di Coppa Italia.
Nel primo momento critico in stagione la Sampdoria ha ritrovato le palle, ha messo corpo, anima e sangue in campo, calandosi alla perfezione nel contesto di chi deve salvarsi in primis, a prescindere dagli obiettivi ai quali vorremmo puntare e da chi siamo. Al Bentegodi ho iniziato a perdere qualche anno dopo il rigore di Zaccagni temendo che, a causa di qualche episodio, non conquistassimo l'intera posta in palio pur strameritandola, andando a subire l'ennesima rimonta in una gara potenzialmente svolta dell'annata. Siamo stati più bravi del solito a gestire gli ultimi minuti, a gettare il cuore oltre l'ostacolo, rischiando pochissimo.
A Verona i segnali positivi sono stati numerosi: dalla grinta e sicurezza di Audero e Jankto alla personalità e incisività di Ekdal, dalla qualità di Verre alla crescita di Silva, dalla smania di riscatto di Ferrari allo spirito combattivo di La Gumina. Anche qui abbiamo dovuto leggere e ascoltare belinate a iosa: secondo "massimi esperti" Ranieri era diventato il principale problema delle mancate vittorie e si puntava il dito contro chi, può sbagliare e sbaglia come ognuno di noi, ha finora compiuto un'impresa trovando i cocci e riassestando un contesto intero.
Qualcuno ha perfino sostenuto fosse facile battere un Verona che per misteriosi motivi si ritrovava così in alto ma tecnicamente valesse poca roba. Beh certo, i punti si fanno per caso e se chi fa giornalismo sportivo occupasse il proprio tempo guardando le gare altrui si renderebbe conto della portata del progetto Hellas di Juric ed eviterebbe di fare figuracce imbarazzanti. Poi giocavamo "soltanto" senza Gabbiadini, Keita, Bereszynski, Thorsby più il riposo concesso a Quagliarella, Ramirez e l'esclusione di Candreva, insomma senza mezza squadra. Quando si vince sarebbe sempre demerito degli altri...
Con il Crotone era il primo bivio vitale dell'annata, era fondamentale aggiudicarsi uno scontro diretto, dare continuità di risultati, offrire una prova di maturità e non gettare al vento i punti ottenuti al Bentegodi. Ricordando Verona e dimenticandosela. Tutto è andato liscio, non era facile battere il Crotone (nonostante qualcuno nei media abbia minimizzato sostenendo fosse stato battuto un avversario di B, forse perchè finora è l'unica squadra che si ritrova alle sue spalle ed è uscita sconfitta in campionato nel loro incontro) in forma e con il morale alto dopo i quattro punti negli ultimi due turni, una compagine vittima di errori difensivi destinati a rovinare le buone trame costruite.
Abbiamo rischiato di complicarci la vita con il rigore di Simy negli ultimi secondi della prima frazione, un trend talvolta di moda nell'annata. Mentalmente non si trattava di una situazione semplice, si potevano rivivere rimonte subite recentemente e disputare la ripresa in apnea e in preda ai propri fantasmi. La Sampdoria ha patito in alcune ripartenze, in particolare a destra dove è toccato a Thorsby, arretrato sulla linea difensiva, provare a contenere Reca visto il nuovo infortunio di Ferrari (al quale facciamo un immenso in bocca al lupo) e Bereszynsky ai box, ma è sempre rimasta in gara, restando concentrata, propositiva e carica agonisticamente.
E mi spiace se qualcuno dava per scontata la vittoria, o storce il naso dinanzi ad uno spettacolo non all'altezza delle aspettative in una sfida delicata e combattuta su ogni pallone sporco, io nel frattempo mi porto a casa questi tre punti e lascio ad altri la ricerca dell'estetica... L'aspetto principale da sottolineare è il ritrovato spirito combattivo. Ranieri ha nuovamente dimostrato, se ce ne fosse bisogno, di non guardare in faccia nessuno, ci si può chiamare Tizio, Caio, Sempronio ma non frega niente a nessuno, il bene della Sampdoria viene prima di tutto e di tutti. Al Bentegodi abbiamo finalmente ammirato undici assatanati per 95', pressing di squadra a tutto campo, riuscendo a stare in gara fisicamente e mentalmente gestendo al meglio le proprie energie per l'intero arco della sfida. Siamo andati oltre prove di spessore vanificate dal calo di condizione e dal differente livello dei cambi come a Napoli.
Con il Crotone non abbiamo ripetuto gli errori compiuti con Benevento e Bologna, siamo rimasti umili, attenti, combattivi, con la bava alla bocca, al meglio dei nostri punti di forza e tenendo ben presenti i nostri limiti. Mercoledì affronteremo il Sassuolo, senza ombra di dubbio tra gli avversari di maggiore spessore tecnico e meglio organizzati. Sarà durissima ma ci arriveremo con la mente libera, con 17 punti in cassaforte, con la ritrovata compattezza e un pizzico di buona sorte si può puntare ad un risultato positivo per arrivare a Natale, almeno dal punto di vista calcistico visto il periodo che tutti noi stiamo affrontando, con un mezzo sorriso.
A gennaio ci sarà il mercato, come non mai fatto di prestiti, scambi e opportunità a basso costo in un contesto generale senza soldi. In attesa di riavere Keita e Gabbiadini, Fernando Llorente, nonostante la carta d'identità, potrebbe essere un rinforzo utile non solo per qualità ed esperienza, dato che riavremmo dopo tanti anni in organico un attaccante forte fisicamente, prezioso in diverse occasioni. Ci sono le lacune sugli esterni bassi da colmare, qualche alternativa serve come il pane. Nel frattempo pensiamo a stare sul pezzo, a giocare di squadra, a metterci sempre le palle ricordando di parlare di calcio, tutti aspetti noti nella vita quotidiana e non da ricercare tra dibattiti sulla teoria dei massimi sistemi, nella letteratura o nelle tavole rotonde. Dai Doria.