IL SAMPDORIANO - Quando si gioca per 6 punti in 90'. Voi ci siete e andate, Noi restiamo
Handanovic, De Vrij, Skriniar, Bastoni, Hakimi, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young, Martinez, Sanchez.
Provedel, Vignali, Terzi, Chabot, Marchizza, Estevez, Agoume, Pobega, Gyasi, Nzola, Farias.
Sono le formazioni dei nostri due ultimi avversari, contro di loro sono scese in campo due opposte versioni dell'attuale Sampdoria. La prima combattiva, compatta, umile, vogliosa di allontanarsi davvero dalla zona calda, motivata con gli stimoli della visibilità, del nulla da perdere e dell'ambizione di chi punta a guadagnare il titolo in una pagina del racconto di un campionato.
Nel match seguente un gruppo di calciatori a basso ritmo, troppe teste deconcentrate quasi capaci di farsi goal da soli dopo una decina di secondi per un controllo errato, una squadra che punta al massimo risultato con il minimo sforzo, trasmettendo sensazioni di presunzione, scarsa carica agonistica e altrettanta poca considerazione di un avversario peraltro reduce dal blitz di Napoli. È vero, è bastata un'azione da applausi per ritornare in parità, dopo essersi resi pericolosi con quattro passaggi simbolo dell'immediata reazione allo svantaggio. Da lì siamo ripartiti e lì ci siamo fermati.
I valori tecnici nell'undici titolare sono evidenti, come del resto i limiti di un organico che tende a finire nell'autolesionismo se va ad aggiungere fattori mentali, caratteriali e psicologici ai limiti di alcuni singoli. La scorsa stagione era ricca di k.o. contro il 90% di chi ci precedeva in classifica, eravamo però infallibili negli scontri diretti (salvezza) e quei punti ci hanno permesso di non scendere mai dal treno, starci a bordo e infine guidarlo. C'erano coerenza e consapevolezza dei propri mezzi.
Quest'anno perdiamo tanti punti nelle sfide da non sbagliare, quelle del nostro campionato restando molli, passivi e giocando di fioretto. Assumiamo invece le vesti dell'outsider desiderosa di rompere le uova nel paniere alle big. Avversari ovviamente fuori portata, ma questa Sampdoria ha certi valori e pure superiori ad un anno fa, può creare pericoli, a condizione di restare concentrata.
Questi alti e bassi fanno quanto meno incavolare, sono il simbolo del "vorrei ma non posso", è il riflesso di una squadra che ama specchiarsi con eccessiva vanità e finisce per dimenticarsi degli avversari, troppo presto ritenuti battuti o palesemente inferiori. La lezione con il Benevento non è evidentemente servita a nulla. I tre punti con l'Inter contano "solo" tre punti quando pochi giorni più tardi facciamo una figuraccia, perchè a Spezia cari ragazzi i punti in palio erano sei, non tre, esattamente come con i sanniti, nei derby, con il Bologna, ecc.
A qualcuno interesserà pure farsi notare da chi conta più di noi e certe gare saranno anche più appetibili di altre, ma voi, come tutti tranne noi, arrivate e andate. A chi resta, a noi interessa "solo" salvarsi e per farlo bisogna capire che Benevento e Spezia devono essere le nostre Atalanta e Internazionale, ci servono almeno le prestazioni delle sconfitte con le big, contro le quali raramente stiamo sfigurando. Non guardate i colori di chi affrontiamo, pensiamo al bene comune, alla sostanza e alla concretezza, accantonate forma e ricami. Con un bagno di umiltà.
Udinese e Parma due occasioni fondamentali per allungare sopra quota 20 punti, altri passi falsi complicherebbero non poco il cammino. Sarà un altro compito non semplice per Mister Ranieri, chiamato a risolvere la corrente alternata mentale del gruppo.
Nel frattempo l'arrivo di Torregrossa è una buona notizia, per elevati stimoli e determinate caratteristiche assenti nel parco attaccanti. Finalmente potremo distinguerci al meglio anche sul gioco aereo e capitalizzare i cross, sfruttando l'intero organico senza passare però per cambi tardivi o mai avvenuti.