IL SAMPDORIANO - Sampdoria, l'onore e l'essenza di crederci
Siamo penultimi in classifica, ben lontani dalla zona salvezza, fuori dal campo la situazione è sempre molto delicata e non si capisce ancora come trovare la strada della liberazione. Eppure contro l'Inter questa Sampdoria ci ha reso orgogliosi in campo. Dopo la sosta mondiale la squadra non ha mai sbagliato approccio, ci ha sempre creduto, mentalmente ha resettato, tutti combattono al fianco di Dejan Stankovic. Il blitz al Mapei Stadium ce lo ha subito fatto capire, ci sarebbe da impazzire a pensare ai punti persi, tra torti arbitrali e nostre amnesie, nelle battute finali con Empoli, Udinese e Monza, un bottino di almeno quattro punti che ci avrebbe già consentito di agganciare il treno salvezza.
Cosa è successo all'ultimo respiro in tre gare consecutive rappresenta una mazzata incredibile a livello psicologico, quasi una condanna per chiunque o quasi, perchè Dejan Stankovic è riuscito, nonostante tutto e tutti, a non far staccare la spina alla squadra. Basta guardare cosa è successo altrove per tante settimane, ad esempio al Milan dopo la rimonta subita con la Roma. Abbiamo affrontato una corazzata come l'Inter a testa alta, con la testa sgombra, belli compatti e combattivi, con una mentalità gagliarda e propositiva in base alle caratteristiche e ai mezzi in nostro possesso.
Soltanto nel finale ci hanno schiacciati, anche in considerazione dell'inevitabile gap qualitativo a livello di cambi, ma senza correre pericoli, fatta eccezione per un tentativo dalla lunga distanza di Acerbi, il quale ha cercato fortuna visti gli spazi ridotti in attacco. All'ultimo secondo abbiamo rischiato di combinare la consueta frittata ma Lautaro non ne ha approfittato. Qualunque fosse stato il risultato finale ognuno di noi sarebbe stato orgoglioso di una squadra che getta il cuore oltre l'ostacolo, ha un'identità di gioco e lotta su ogni pallone, la difesa subisce molto meno rispetto al 2022, resta l'enorme problema realizzativo che vanifica la mole della manovra. Ci giocheremo la stagione nelle gare casalinghe con Bologna, Salernitana, Verona, Cremonese e Spezia.
L'apporto dei nuovi acquisti è evidente nonostante l'assenza di budget: Nuytinck porta fisicità, senso della posizione ed esperienza, con le quali compensa un dinamismo non elevato, Cuisance ha dimostrato un buon piglio propositivo, Zanoli ha gamba e capacità di inserimento, Lammers fornisce un enorme contributo da collante ma arriva poco lucido al tiro. Il principale rinforzo è stato il recupero di Harry Winks, il quale detta i tempi della manovra con un valore internazionale. In attesa di vedere Gunter e Jesè Rodriguez, ci aggrappiamo alla speranza di poter contare su un miglior Sabiri e il rientrante De Luca, la cui fisicità potrebbe aprire spazi agevolando gli inserimenti senza palla di Gabbiadini e Lammers.
Concludo con i brividi provati grazie al tifo della Gradinata Sud. Un sostegno incessante, caloroso, cori e battimani impressionanti. Un qualcosa di incredibile e indescrivibile. Capita in ogni partita, ma è impossibile non restare a bocca aperta. Durante la gara ho completamente accantonato classifica e situazione societaria, mi sono fatto travolgere dalla Gradinata che faceva tremare i muri, undici che onoravano fino in fondo la maglia e un allenatore con gli occhi spiritati che trasmette talmente tanto orgoglio e stima che mi sento onorato di averlo avuto a prescindere dall'esito finale della stagione. Anche e soprattutto in quei momenti sono stato fiero di essere Sampdoriano.