ESCLUSIVA SN - "Dado Blucerchiato": "Giampaolo si ama. Le piccole perplessità: cross dal fondo e lenti scambi a centrocampo"
Nel seguire la nostra Samp in questi ultimi tempi, la prima considerazione che va fatta è la seguente: "Giampaolo non si discute, si ama!”. I risultati sono dalla parte del tecnico e il gioco di squadra cresce. Tuttavia alcuni fatti, pur nella positività del contesto generale, non possono che lasciare spazio a qualche piccola perplessità. Devo constatare che i cross dal fondo sono divenuti merce rara in casa blucerchiata. Gli stessi Pavlovic e Bereszynski, quanto è loro concesso di percorre in toto le corsie, sembra siano più preoccupati di tornare indietro a coprire piuttosto che partecipare al gioco offensivo. E questo anche in una partita come quella contro il Cagliari, in cui la squadra di Rastelli si è spesso chiusa a riccio e poi ci ha messo in difficoltà con la velocità, ma che a onor del vero non è stata mai compressa. Il secondo appunto che mi sento di fare, pur premettendo che è facile fare l’allenatore dal divano di casa o dagli spalti dello stadio, è sugli scambi spesso lenti a centrocampo. In questo caso viene logico pensare che si lascia troppo tempo agli avversari per organizzarsi. Archiviata la pratica Cagliari si deve ora pensare al Palermo. La Sampdoria sicuramente farà un buona partita al "Barbera".
La necessità dei siciliani di portare fieno in cascina metterà la Sampdoria nella condizione di impostare il proprio gioco, e credo che la mentalità aggressiva che la squadra ha spesso dimostrato potrebbe anche fare la differenza. Resta il fatto però che squadre molto tattiche come quella di Giampaolo sono penalizzate da alcuni fattori che nel calcio devono assolutamente cambiare e rischiano di farlo morire. Il primo è un vecchio tema che riguarda il mercato di gennaio. Abbiamo avuto infinite prove che si tratta di una sessione che privilegia le società ricche, dando a loro la possibilità di mettere in un certo senso con le spalle al muro le realtà meno potenti. Ma l’argomento a mio giudizio ancora più pericoloso e che rischia di allontanare gli appassionati dagli stadi è il volersi ostinare a non adottare il tempo effettivo per la durata delle partite. In Sampdoria-Cagliari credo che il gioco “vero” si sia sviluppato nel secondo tempo per non più di 10 minuti, e questo è inaccettabile sotto diversi aspetti. Si porge il fianco alle “bravate” di giocatori usi a perdere tempo e fare manfrine, si impedisce il regolare svolgimento tecnico-tattico di una partita, e cosa ancora più grave si offendono e si scontentano gli spettatori. Un calcio che dimostrasse di voler cambiare questi aspetti spiacevoli sarebbe a mio avviso meglio proiettato nel futuro.