Mondo Sampdoria, Carlini: "I giochi si fanno con gli amici. Una frase di Gianluca Vialli"
La Sampdoria ha pubblicato un video su Youtube dedicato ad Andrea Carlini. Ha parlato del suo spettacolo incentrato su Gianluca Vialli, ecco le sue parole:
"Qui al Teatro Modena, l’8 gennaio, debutterò con il mio nuovo spettacolo, che si intitola “Il mio Luca. Il mito di Gianluca Vialli raccontato a mio figlio”. È una storia d’amore, tra un bambino, che ero io, e il suo mito d’infanzia, che è stato poi il mito di tutta la nostra generazione: tutti i tifosi sampdoriani, della mia età e non solo, hanno avuto come mito Gianluca Vialli. E quindi ho deciso di raccontarlo a mio figlio, che ha sei anni in questo momento, ed è nell’età in cui si iniziano a raccontare storie di miti. Lui è già influenzato dai suoi miti e dai suoi supereroi, e ho pensato di volergli raccontare il mio supereroe, perché spero di lasciargli ciò che Gianluca ha lasciato a me e a tutti i tifosi sampdoriani.
Lo spettacolo è un monologo in cui racconto le vicende sportive di Gianluca Vialli, ma anche ovviamente il suo lato umano, ciò che ci ha trasmesso e che ha scritto, ad esempio, nei suoi libri. C’è un concetto, che poi è la chiave di tutta la storia, che è il calcio non è una guerra, ma un gioco, e i giochi si fanno con gli amici. Questa è una frase di Gianluca che dovrebbe rimanere un po’ in testa a tutti noi che ci occupiamo e raccontiamo storie attorno al calcio, e spero che questo messaggio, attraverso il mio spettacolo, arrivi davvero a tutti.
Voglio sicuramente raccontare a tutti che cos’è stata quella Sampdoria. Credo che molti che l’hanno vissuta si ritroveranno nelle mie parole, ma la cosa bella della Samp di quegli anni è che è andata oltre chi l’ha vissuta direttamente ma è arrivata anche alle nuove generazioni. Sono contento del fatto, infatti, che questo spettacolo è scritto da un autore bolognese, Christian Poli, che quindi non ha nulla a che fare con il mondo Sampdoria ma che è sempre stato affascinato da quella squadra, da Gianluca Vialli, da quella amicizia con Mancini e tutto quello che c’era in campo e anche fuori. Nel nostro spettacolo dunque c’è tanta Sampdoria, c’è tanta Genova ma si vuole rivolgere a tutti.
Lo spettacolo si apre in una sala d’aspetto del reparto maternità, luogo in cui, mentre aspettavo nascesse mio figlio, avrei voluto raccontargli già la storia di Vialli. La scenografia è curata da Valentina Albino, assieme a me sul palco ci sarà Armanda De Scalzi, mentre le musiche sono state riarrangiate dal maestro Aldo De Scalzi. A me non resta che darvi l’appuntamento per il debutto, l’8 gennaio al Teatro Modena di Sampierdarena, a due passi da dove è nata la Sampdoria e anche questa scelta non è casuale.
Nello spettacolo peraltro racconto il perché sono sampdoriano, che è una cosa bizzarra, perché vengo da una famiglia dove il calcio non era seguito. Mi è capitato però, a sette anni, che in un ristorante uno sconosciuto mi ha regalato una bandiera e una sciarpa blucerchiate, e da lì è partita la mia storia d’amore con la Sampdoria, che poi ha avuto il suo momento nella prima volta che sono andato allo stadio: era una semifinale di Coppa delle Coppe contro il Malines. Esordio fortunato insomma, una partita che sicuramente tantissimi ricordano perché oltre al risultato positivo è stata una bellissima partita.
Questo amore per la Sampdoria l’ho coltivato negli anni, continuando a seguirla e andando allo stadio. Io sono abbonato, continuo ad andare allo stadio e patisco guardando le partite in televisione. Ma devo dire che la Sampdoria, oltre a darmi delle gioie sportive, mi ha dato tanto altro, perché grazie alla Sampdoria ho conosciuto mia moglie. Ci siamo conosciuti allo stadio, nel bar della Gradinata Sud: e quindi devo dire grazie alla Samp anche per questo. Per ora dico grazie, poi vediamo!
Piccola parentesi di gossip: a sposare me e mia moglie è stata Francesca Mantovani, per dirvi. E ci siamo sposati il 12 agosto, proprio perché la Sampdoria continua a fare parte delle nostre vite. Poi adesso porto in scena questo spettacolo su Vialli: ovviamente per me lui è stato il supereroe inossidabile nel tempo, ma ci sono tanti altri miti e sono sicuro che tanti altri arriveranno, da Flachi a tante Samp che ci hanno fatto innamorare e che continueranno a farlo.
Io artisticamente sono nato, tra l’altro, qui vicino a questo teatro, perché ho iniziato dal teatro amatoriale e dialettale e venivo a fare le recite importanti qui al Teatro Modena. Poi sono partito, ho iniziato a fare cabaret, sono entrato a Zelig, che è stata un po’ la mia rampa di lancio artistica, e il cui fondatore è sampdoriano. Guardavamo le partite dietro le quinte del Teatro Monza di Zelig, e quindi la Sampdoria non se n’è mai andata. Adesso il fatto di portare in scena uno spettacolo che parla di Sampdoria per me è un momento di maturazione artistica a cui tengo moltissimo.