SAMPDORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Semplici e pragmatici, ma ora serve il guizzo
Secondo appuntamento con la rubrica dedicata al centrocampo della Sampdoria. Ci eravamo lasciati prima della partita con il Palermo dello scorso 24 novembre. Nell’arco di un mese ci troviamo a commentare le ultime prestazioni della squadra con Sottil, un avvicendamento necessario in panchina e i primi accorgimenti adottati da Semplici, che ha ereditato una situazione così ingarbugliata, da rendere inevitabile procedere dipanando un nodo alla volta.
Il primo nodo è rappresentato dal modulo e il nuovo mister ha dimostrato di avere le idee chiare: se Sottil nel 3-3 con il Catanzaro e nella sconfitta per 5-1 con il Sassuolo aveva optato per una mediana a tre in cui il terzetto titolare era composto da Yepes, Meulensteen e Akinsanmiro, Semplici ha avuto l’intuizione, per sopperire alle defezioni in difesa, di arretrare l’olandese adattandolo centrale – peraltro ruolo da lui già ricoperto in carriera – e in campionato ha puntato senza riserve sul 3-5-2.
Veniamo così alla prima considerazione: è presto per valutare l’operato del nuovo allenatore, ma avere coerenza e provare a dare fiducia allo stesso undici per almeno due partite di fila è già un punto a favore. Sottil era piombato in una spirale di confusione tattica che lo portava a non schierare praticamente mai lo stesso undici, tanto che siamo arrivati a metà campionato senza di fatto capire chi considerare titolare, soprattutto a centrocampo. Non sottovalutiamo le implicazioni psicologiche, perché i calciatori sono sì professionisti, ma essere messi costantemente in discussione non li aiuta psicologicamente in campo. Sentirsi sotto esame a ogni partita, in alcuni casi fa sì che subentri la fretta nella giocata, la sfiducia, la frustrazione. Semplici al momento ha puntato su giocatori che non hanno brillato sinora – del resto, chi lo ha fatto? – ma che giocando con continuità potrebbero rodare meccanismi, ritrovare condizione e affiatamento.
Siamo sinceri, la lettura delle formazioni di Sampdoria-Spezia ci ha spiazzato: non ci si aspettava di vedere Benedetti, Ricci e Bellemo partire come blocco titolare, mentre sulle corsie esterne era prevedibile puntare su Depaoli e Ioannou, che hanno il compito di fornire supporto alla difesa, che in fase passiva in sostanza diventa a 5. Con lo Spezia, la prestazione è stata sufficiente, in particolare Benedetti si è dimostrato più ordinato del consueto e Ricci, pur con qualche errore, ha offerto alcuni spunti interessanti considerata anche la lunga assenza dal rettangolo verde.
Diverse invece le valutazioni dei tre nella trasferta di domenica scorsa a Cremona: Ricci in ombra, Benedetti poco incisivo, Bellemo quantomeno pronto a inserirsi in occasione del goal. Chi è subentrato, ossia Vieira e Akinsanmiro, non ha brillato, con il primo ordinato, ma che per caratteristiche non può cambiare il passo alla squadra, e il secondo ancora acerbo, perché il passo lo avrebbe, ma quell’attitudine a tenere il pallone tra i piedi un tempo di troppo non consente di sfruttare le rare occasioni create dalla Samp.
La partita di Coppa Italia con la Roma, invece, si configura come un esperimento: Semplici, vista la differenza di caratura che non lasciava scampo, ne ha approfittato per provare un modulo in cui potesse trovare spazio Pedrola e nel 4-3-3 iniziale c’è stato spazio per quelle che attualmente considera le seconde linee, ossia Yepes, Akinsanmiro e Vieira, al fine di valutare più giocatori possibili nello stato fisico e mentale.
In generale, ho percepito più ordine tattico, anche se non possiamo nasconderci: il vero punto debole attualmente resta un centrocampo incapace di rifornire Coda e Tutino e troppo spesso superato con facilità dagli omologhi avversari, cosa che inevitabilmente costringe la difesa e Ghidotti agli straordinari. Alleggerire la pressione, contrastando a dovere senza permettere agli avversari di calciare da fuori con frequenza, facendo i movimenti giusti, è un aspetto su cui si sta lavorando. La sostanza c’è stata e da questa dobbiamo partire: due punti con due prime della classe, in qualche modo, sono stati conquistati e, in tempi duri, il bicchiere va visto mezzo pieno. Ora, però, serve alzare il baricentro per il cambio di passo: schemi per cercare gli attaccanti, inserimenti per supportarli, un po’ più di coraggio palla al piede. Semplici non è uno sprovveduto e sa che finché il mercato non potrà venirgli in aiuto con giocatori più naturalmente portati a dettare la giocata, lavorare sull’aspetto psicologico è fondamentale: dove c’è fiducia, c’è coraggio. E gettare il cuore oltre l’ostacolo, può portare a risultati inattesi.